5G e Coronavirus: l’ultima bufala
Massimo Polidoro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
C’è stata un’esplosione iniziale di bufale legate al Coronavirus. Ricordate? C’erano quelli che dicevano che era stato creato in laboratorio dai cinesi e poi sfuggito al loro controllo, poi quelli che invece incolpavano gli americani, che volevano punire i cinesi … o ancora quelli che davano la colpa addirittura a Bill Gates! E poi i finti reportage diffusi su Facebook o vocali di Whatsapp, di presunti italiani “imprigionati” a Wuhan che raccontavano di milioni di morti tenuti segreti, o quelli di falsi medici che raccontavano scene improbabili dagli ospedali … O ancora le varie presunte profezie sull’epidemia, da Nostradamus ai Simpson fino alla screditata sensitiva Sylvia Browne. E poi ancora quelli che sostenevano che il virus non esistesse e fosse in realtà una scusa per permettere all’esercito americano di invadere l’Europa.
Ve le ricordate tutte queste bufale? Sono state smontate tutte quante, l’ho fatto anch’io in alcuni dei miei video. Del resto, è normale che succeda. Come spiego nel mio libro, Il mondo sottosopra, quando l’incertezza di una situazione è massima le ipotesi più improbabili impazzano. È un modo per cercare di dare un ordine al caos, per provare a spiegare qualcosa che inizialmente non può avere risposte semplici e immediate. Ma è anche la situazione ideale per chi vuole vedere complotti ovunque e magari si arricchisce speculando sulla paura delle persone.
Poi, man mano che la situazione si chiariva e, soprattutto, si capiva che se vogliamo avere qualche speranza di salvarci non è ai complottisti h24 che bisogna rivolgersi, né tantomeno a quelli che pretendono di mettere l’esercito alle frontiere o di zittire l’informazione scomoda (come purtroppo sta facendo il premier ungherese Orban). Nella situazione d’emergenza in cui ci troviamo le uniche soluzioni possono arrivare dalla scienza e da nessun altro. È anche per questo che le varie bufale hanno avuto vita breve, non cadevano su un terreno fertile che poteva ingigantirle come avviene normalmente in tempi più normali. Le persone, insomma, erano più interessate ad avere risposte scientifiche e fondate per un problema gravissimo.
Ora, però, sta montando un’altra fandonia che fa leva su una preesistente credenza dimostratasi falsa, ovvero quella secondo cui il 5G, cioè la nuova tecnologia ultraveloce di trasmissione dei dati, farebbe male alla salute e, in particolare, sarebbe la causa del Coronavirus. E, allora, visto che le preoccupazioni di tutti sono legittime e non vanno sottovalutate, vale la pena cercare di fare un po’ di chiarezza.
5G sotto accusa
5G sta per “quinta generazione” ed è un termine generico per descrivere diverse tecnologie per le reti mobili, che andranno a sostituire le attuali reti 4G, quelle che abbiamo in uso sui nostri telefoni. Il 5G non serve solo per avere connessioni a Internet più veloci ma, con l’aumentare continuo di device che si collegano alla rete, è una tecnologia che permette di reggere meglio il traffico e ridurre i tempi di attesa. E non si tratta solo di navigare più in fretta, la tecnologia 5G ha applicazioni un po’ ovunque: dalle case private agli impianti industriali, dove le macchine potranno fare a meno di cavi, dalla gestione del traffico su strada, negli aeroporti e nei porti ai milioni di sensori grazie ai quali le città potranno analizzare e gestire il traffico urbano, le emissioni, l’illuminazione pubblica …
Oltre a vantaggi in tantissimi campi, come nella medicina, dove per esempio si potranno trasmettere più facilmente i dati sui pazienti, anche in condizioni poco agevoli o distanti dai punti di accesso fissi a internet.
Ma, come spesso accade di fronte alle innovazioni, chi è poco informato cerca di osteggiarle sostenendo che sarebbero dannose per la salute, ripetendo ancora una volta la falsa credenza secondo cui le onde elettromagnetiche provocherebbero tumori. Eppure, anziché ascoltare opinionisti o disinformatori di professione, bisognerebbe prima di tutto capire che cosa dice la scienza. E che cosa dice a proposito del 5G? Vediamo …
Ci sono stati tantissimi studi e ricerche, al momento sono più di 30.000 realizzati nel corso degli anni, e mai gli scienziati hanno potuto trovare prove convincenti per dimostrare che tali onde siano in qualche modo pericolose.
Spesso viene citata la classificazione dell’IARC – cioè l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – secondo la quale, non potendo escludere una qualunque ripercussione sulla salute, ha concluso che le radiofrequenze potrebbero essere «possibili cancerogeni per gli esseri umani» e ha inserito i campi elettromagnetici da esse derivati nel gruppo 2B.
Per capire quanto possa davvero essere grande questo possibile rischio, bisogna osservare che il gruppo 2B è lo stesso che include le onde a bassa frequenza – che sono quelle che fanno funzionare tutti i nostri elettrodomestici, dall’aspirapolvere al frigorifero, dal ferro da stiro all’asciugacapelli, dalla TV alle lampadine. E poi nello stesso gruppo ci sono anche l’aloe, la naftalina, le felci, il ginko biloba, i sottaceti o il borotalco! Questo è il livello di rischio di cui stiamo parlando.
Le bevande alcoliche e il consumo di carne sono nella categoria più alta, rendendo quindi molto più rischiosa la birra o un hamburger rispetto al 5G.
Bisogna considerare che, proprio perché riguardano la vita di tutti noi, le tecnologie cellulari sono tra le più controllate e sperimentate al mondo. Si sono cercati dunque legami di qualunque tipo tra l’esposizione alle onde radio dei cellulari e le malattie, attraverso decine di migliaia di ricerche scientifiche, giungendo alla conclusione che i rischi sono estremamente bassi se non assenti. Ah, ecco, dicono alcuni, ma un rischio c’è, non è del tutto assente! Ma guardate che il rischio zero non esiste: non c’è assolutamente nulla nella vita che non abbia rischi. Camminare per strada è rischioso, ti può investire un’auto o ti può cadere un mattone in testa. Stare in casa è rischioso, puoi cadere da una scala e romperti l’osso del collo, puoi restare fulminato mentre cambi una lampadina, puoi mangiare dei cibi avariati e finire avvelenato. Bere un bicchiere d’acqua è rischioso: se ti va di traverso, puoi morire soffocato …
5G e Coronavirus?
Come è sempre successo, con l’introduzione di una nuova tecnologia, il timore di possibili pericoli per la salute tende a crescere per poi ridursi una volta che si vede che quei timori erano infondati: è successo quando sono arrivati i primi cellulari, poi quando è arrivato il wi-fi, poi il 2G, il 3G, il 4G – che è appunto la tecnologia che usiamo ora con i nostri cellulari – e adesso accade con il 5G.
Ma dal momento che il 2020 è proprio l’anno in cui era prevista l’entrata in funzione del 5G, che probabilmente subirà un ritardo a causa del blocco a cui tutti siamo sottoposti, ecco che la coincidente epidemia di Coronavirus ha fatto saltare sulla sedia qualcuno.
Per esempio uno scrittore belga, Gunter Pauli, ideatore della “blue economy” e oggi anche consulente del nostro presidente del consiglio, in un tweet del 22 marzo scrive: «La scienza necessita di dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto correlazioni: fenomeni che sono apparentemente legati. Applichiamo la logica della scienza. Qual è stata la prima città per copertura del 5G? Wuhan! Qual è la prima regione in Europa? Il Nord Italia».
Si potrebbe immediatamente obbiettare: se davvero ci fosse una correlazione tra 5G e Coronavirus, come mai un paese che NON ha il 5G, come l’Iran, è al quinto posto per i decessi da Coronavirus nel mondo?
Ma vale la pena di approfondire il discorso, perché Pauli dimostra di non capire assolutamente che cos’è la scienza e come funziona. Il suo ragionamento, anzi, è tipico della pseudoscienza ed è quello per cui dati due eventi qualsiasi se accadono nello stesso tempo devono essere legati. Non è così, la causalità è cosa ben diversa dalla correlazione. Per stabilire un nesso di causalità tra due fenomeni servono migliaia di casi, dove si possa vedere che ogni volta che si ha il fenomeno A subito dopo si verifica il fenomeno B.
Esiste il sito Spurious Correlations dove si dimostrano correlazioni impressionanti tra cose che non hanno in realtà nessun collegamento. Per esempio, all’aumentare degli investimenti degli Stati Uniti nella scienza e nella tecnologia … aumentano i casi di strangolamento e soffocamento! Oppure, quanto più spesso Nicolas Cage compare in un film tanto più alto è il numero delle persone che annegano in una piscina. O ancora il consumo individuale di formaggio è strettamente correlato alle persone che finiscono per soffocare nelle proprie lenzuola!
Trovare correlazioni tra due fatti qualsiasi è facilissimo: si fulmina una lampadina in casa mia e in quel momento l’Inter segna un rigore. Sono due eventi collegati da un rapporto di causa effetto? No, ma si sono verificati nello stesso momento. Non vuol dire niente. Cercare correlazioni può trasformarsi in un gioco divertente, o può diventare una superstizione, ma non è fare scienza.
Una delle cose che si sentono ripetere più spesso (ovviamente sempre da gente incompetente in materia) è che “Le reti 5G indebolirebbero il nostro sistema immunitario”. Alcuni vanno addirittura nei dettagli e sostengono che «le onde elettromagnetiche del 5G, quando attraversano un corpo vivente, fanno impazzire l’emoglobina che non riesce più a catturare l’ossigeno per portarlo ai globuli rossi. Il sangue può anche acidificarsi e in taluni casi la pelle può assumere un colore bluastro …» e via dicendo scemenze del genere.
Non solo è totalmente falso ma sono cose che non hanno nessun senso dal punto di vista scientifico. Le onde radio del 5G e le sue radiazioni elettromagnetiche non hanno alcun effetto misurabile sull’organismo umano. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità: «Il 5G, come le attuali tecnologie di telefonia mobile di seconda, terza e quarta generazione, non richiede segnali elettromagnetici di intensità tale da indurre aumenti significativi della temperatura corporea dei soggetti esposti, per cui non è prevedibile alcun problema per quanto riguarda gli effetti noti dei campi elettromagnetici. […] In conclusione, i dati disponibili non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G». Detto questo, è evidente che la mentalità complottista si diffonde perché chi la segue è privo di qualunque nozione scientifica, altrimenti ricorderebbe, dagli studi fatti sui banchi di scuola, che la luce del sole è una radiazione elettromagnetica, vale a dire un’onda che si muove nello spazio trasportando energia. Anche l’esposizione eccessiva al sole può provocare danni, ma nessuno organizza campagne per spegnere il sole.
Anche questa forse avete sentito: «con il 5G i batteri riescono a comunicare e a diffondersi più velocemente e densamente». Prima di tutto, ennesimo esempio di ignoranza di chi crea queste stupidaggini, il Coronavirus … non è un batterio, ma un virus. Non sono la stessa cosa! E il virus si trasmette da una persona infetta all’altra: è questo il motivo per cui dobbiamo restare in casa, per ridurre al massimo la possibilità di contagi. I virus e le onde elettromagnetiche sono cose completamente diverse. È come dire che il sapore alla fragola si trasmette meglio quando in televisione c’è il telegiornale. Non ha senso. E allo stesso modo non ha senso dire che il Coronavirus si diffonde con il 5G come se un virus potesse “cavalcare” o fare surf sulle onde elettromagnetiche!
Perché crediamo alle bufale?
Eppure, lo vediamo ogni volta, di fronte all’idea che ci troviamo alle prese con qualche guaio che nessuno sapeva o voleva immaginare, ecco nascere immediatamente l’idea che ci sia qualche complotto. Perché? Ma è molto semplice, come racconto nel Mondo sottosopra: perché credere che a provocare i mali nel mondo sia una cricca di malvagi potenti è molto più rassicurante che pensare di essere in balia di eventi per i quali non siamo assolutamente preparati. Contro gli Illuminati, i massoni o gli altri babau dei complottisti da tastiera si può anche immaginare di combattere, di denunciare le loro malefatte. Ma contro un virus che nessuno vede, ci si sente inermi e indifesi e si sente il bisogno di dargli un volto e un nome, qualunque esso sia.
La speranza è che le persone si stiano rendendo conto finalmente che se ci si salva è solo grazie ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari che sacrificano la loro vita per salvare quella degli altri, e sarà solo grazie agli scienziati, ai ricercatori se si troverà un vaccino capace di scongiurare il ritorno dell’epidemia. Il consiglio è quello di informarsi solo su fonti istituzionali e credibili (l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute) e di ignorare i falsi allarmi e il panico irresponsabile diffuso dai finti “paladini della verità”, falsi anticonformisti a tutti i costi, che in realtà sono solo persone in cerca di pubblicità, disposte a qualunque cosa pur di speculare sulla paura e sulla sofferenza delle persone. Sanno come accendere la vostra attenzione, aumentare la vostra ansia con titoli a effetto, ma lo sapete: quando leggete o sentite qualcosa che vi colpisce molto, vi fa arrabbiare o vi esalta perché conferma le vostre idee, quello è il momento in cui siete più esposti. Perché più aumenta la reazione emotiva e più si offuscano le nostre capacità di ragionamento. E allora quando vi accorgete di essere indignati o preoccupati non condividete subito quello che vi ha fatto indignare o arrabbiare. Fermatevi un momento, provate a informarvi a vedere che cosa dicono altre fonti, se è vero …
Non credete a chi vi promette “verità alternative”: non c’è un mercato dove ognuno si sceglie la verità che gli fa più comodo. La verità è una sola, quella che può portare fatti concreti e verificabili a suo sostegno: tutto il resto è falso. E chi giura di dirvi “tutto quello che non vogliono farvi sapere” è solo gente che spera di catturarvi nella sua rete, illudendovi di farvi sentire persone speciali, che hanno aperto finalmente gli occhi su realtà nascoste agli altri.
Mandate a quel paese gli imbonitori e ogni volta che qualcuno la spara grossa chiedetegli le prove. Se non lo farete, rischiate di scoprire troppo tardi di essere diventati come topolini, incantati e manovrati dal suono del pifferaio magico di turno.